giovedì 9 dicembre 2010

Scilipoti e Cariddi

Si legge dell'onorevole Scilipoti, deputato dipietrista intenzionato, con un altro manipolo di ardimentosi, a uscire dai ranghi dell'opposizione e appoggiare il governo. Ci si consola pensando che, comunque vada, su Scilipoti non può reggersi il destino di una nazione, al massimo il destino di Scilipoti. Si sorride alla dichiarazione di Di Pietro, come sempre irruento e sconnesso, che garantisce su Scilipoti perché "è un valente medico omeopatico", elemento diciamo non così discriminante, nel bene come nel male, ai nostri occhi inesperti, ma evidentemente di grande peso politico per Tonino Di Pietro. Si ripensa, poi, ad analoghi incidenti, come quello del famoso senatore De Gregorio, altro dipietrista poi migrato in stranissime formazioni transnazionali, e ritratto in pittoreschi cartelloni stradali mentre marcia non si sa dove e non si sa con chi. Sorge il sospetto che neppure il modello "opposizione tutta d'un pezzo", pancia in dentro petto in fuori, che ha consentito all'Idv una discreta fortuna elettorale, tuteli da fuoriuscite imbarazzanti, alla Calearo: e se il Pd ha l'attenuante dei grandi numeri (le comitive folte sono spesso indisciplinate), l'Idv non ha neanche quella. Poiché la scelta dei parlamentari, con questo sistema elettorale inverecondo, è tutto sulle spalle dei leader, purtroppo se il dito indica Scilipoti, siamo tutti autorizzati a guardare Di Pietro.

L'amaca odierna di Michele Serra

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